Quando, dall’analisi delle condizioni economico-finanziarie ed amministrative dell’impresa, si procede ad indirizzare ai creditori proposte personalizzate che risultino per questi economicamente convenienti. Qualora i debiti non siano negoziabili o siano in ogni caso di importo elevato, si chiede la loro rateizzazione, parametrando la rata alle effettive capacità economiche aziendali.

Il ricorso al prestito personale o ad altre forme di finanza esterna può essere un valido strumento cui ricorrere per affrontare una crisi temporanea di impresa, in un’ottica di risanamento, ma devono essere adottate particolari cautele, perché, a fronte di una procurata liquidità immediata, l’imprenditore, dovendo necessariamente restituire il capitale aumentato degli interessi pattuiti, finisce in ogni caso per andare ad accrescere con la rata il cumulo delle spese mensili.

La ristrutturazione dei debiti è uno strumento che l’ordinamento mette a disposizione del consumatore in crisi da sovraindebitamento per consentirgli di superare tale condizione in un’ottica di recupero della posizione in bonis. La procedura si attiva con la presentazione della domanda da parte del consumatore all’OCC, che, dopo aver raccolto le opportune informazioni, la sottopone al tribunale per l’omologazione.

Il consulente ricopre un ruolo fondamentale nel supportare l’imprenditore nella gestione del debito in uno stato di crisi aziendale, suggerendogli, a seconda dei casi, valide soluzioni per l’aumento della redditività aziendale o per l’acquisizione di finanza esterna, finalizzate alla formulazione di adeguate proposte transattive da indirizzarsi singolarmente ai creditori.

L’accordo di ristrutturazione “ordinario” quale strumento cui l’impresa può ricorrere nel caso vi siano fondata previsione del risanamento dell’impresa: presupposti soggettivi e oggettivi e procedure per l’omologazione e l’esecuzione.

Con la denominazione “accordi di ristrutturazione” si individuano tre diverse tipologie di procedure preconcorsuali accomunate da informalità e snellezza e dal presupposto che vi sia la possibilità di recuperare una iniziale crisi dell’impresa.